Collezione: Alighiero Boetti
"Introduzione a Alighiero Boetti"
Nel panorama dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento, pochi artisti hanno saputo intrecciare concettualismo, poesia visiva e impegno politico con la stessa intensità di Alighiero Boetti. Le sue opere, celebri per l’uso del ricamo, delle mappe e della scrittura, esplorano il dualismo e la molteplicità dell’esistenza. Attraverso linguaggi sempre nuovi, Boetti ha saputo anticipare e raccontare il mondo globale, tessendo connessioni tra Oriente e Occidente, ordine e disordine, individualità e collettività.

Opere
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Pio per mari e monti
Produttore:Alighiero BoettiScopri l'opera
Biografia Alighiero Boetti
Alighiero Fabrizio Boetti nasce a Torino il 16 dicembre 1940, in una famiglia borghese colta e cosmopolita. Il padre Corrado è un avvocato e manager con interessi industriali, la madre una violinista appassionata di arte. Cresce in un ambiente stimolante, dove si sviluppano fin da subito un forte interesse per la filosofia, la letteratura, la geografia e le culture orientali.
Pur iscrivendosi alla facoltà di Economia e Commercio, Boetti abbandona presto gli studi universitari per dedicarsi completamente all’arte. È un autodidatta colto e curioso, attratto tanto dalle avanguardie artistiche quanto dal pensiero filosofico e spirituale. Tra le sue letture giovanili ci sono Nietzsche, Jung, Sufi e mistici orientali, e testi sull’entropia, il caso e il disordine.
Negli anni Sessanta frequenta l’ambiente torinese animato da artisti, critici e galleristi come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Luciano Fabro, Giulio Paolini e Germano Celant, che nel 1967 conierà il termine "Arte Povera" per definire la nuova corrente artistica italiana.
Nel 1967 Boetti tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria Christian Stein di Torino. Le opere di questo periodo sono realizzate con materiali industriali, poveri o inusuali (cartoni, plexiglass, alluminio, cavi elettrici), e mettono in discussione il ruolo dell’artista come creatore, introducendo concetti come il processo, il tempo e il gesto minimo.
Pur essendo incluso nella prima mostra dell’Arte Povera a Genova nel 1967, Boetti si distingue per una pratica concettuale autonoma e sempre più distante da una visione ideologica o “militante”. A partire dal 1971, comincia a firmarsi "Alighiero e Boetti", un gesto simbolico che riflette la sua idea di dualità, sdoppiamento e co-esistenza degli opposti. L’artista non è più un'entità univoca, ma un individuo scisso tra intenzione e casualità, tra ordine e disordine.
Il 1971 è un anno cruciale: Boetti compie il suo primo viaggio in Afghanistan, dove rimane folgorato dalla cultura e dall’artigianato locale. A Kabul apre l’"One Hotel", una pensione gestita da amici locali, che diventa anche uno studio operativo. Qui nasce una delle sue serie più celebri: le Mappe del mondo, ricamate da artigiane afghane su suo disegno, in cui ogni nazione è rappresentata con la propria bandiera. L’opera unisce dati geopolitici, lavoro collettivo, estetica e simbolismo.
L’Afghanistan e il Pakistan diventano, per Boetti, luoghi centrali nella sua poetica: terre di spiritualità e di relazioni, che incarnano l’opposto del razionalismo occidentale. Il ricamo – attività tradizionalmente femminile, lenta e collettiva – diventa per l’artista un medium privilegiato per esprimere il tempo dilatato, la manualità, il rapporto tra individuo e sistema.
Negli anni ’70 e ’80, Boetti sviluppa una serie di lavori concettuali fondati sul principio di regola + caso: griglie di lettere, alfabeti colorati, frasi segrete, compendi di simboli e codici. Tra i più noti ci sono i quadrati di lettere ricamate (“Ordine e Disordine”, “Dare tempo al tempo”, “Mettere al mondo il mondo”), in cui l’artista imposta una regola formale lasciando che il colore sia deciso da altri, spesso in modo arbitrario.
Altra serie importante è quella di Tutto, tappeti ricamati pieni di immagini provenienti da enciclopedie, riviste, libri: un accumulo visivo in cui ogni figura ha pari dignità, in un sistema aperto e anarchico, riflesso del caos del mondo contemporaneo.
L’artista opera sempre più come ideatore e organizzatore di processi, lasciando l’esecuzione manuale agli altri. Il suo è un metodo che prefigura molte pratiche artistiche contemporanee basate sulla delega, sulla collaborazione, sull’internazionalità del fare artistico.
Negli anni ’80 e ’90 Boetti ottiene crescente riconoscimento in Italia e all’estero. Partecipa a numerose edizioni della Biennale di Venezia (1972, 1978, 1990), e nel 1993 gli viene dedicata una sala personale nel Padiglione Italia. Le sue opere vengono esposte nei più importanti musei internazionali, come il Centre Pompidou di Parigi, il MoMA di New York, la Tate di Londra.
Nonostante la malattia, continua a lavorare fino alla fine con straordinaria lucidità. Muore a Roma nel 1994, all’età di 53 anni.
L’opera di Alighiero Boetti ha conosciuto, dopo la sua scomparsa, un crescente interesse da parte del mondo dell’arte. La sua pratica anticipa temi centrali del contemporaneo: la globalizzazione, la collaborazione artistica, l’interculturalità, la decentralizzazione dell’autore.
Nel 2011-2012 la retrospettiva “Game Plan”, curata da Lynne Cooke e Christian Rattemeyer, ha celebrato la sua figura con tappe al Reina Sofía di Madrid, alla Tate Modern di Londra e al MoMA di New York.
Oggi le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo e continuano a ispirare artisti, critici e curatori per la loro apertura, la complessità concettuale e la bellezza formale.
Contenuto comprimibile
Alighiero Boetti nei musei del mondo
Italia:
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma -(importante fondo di opere, tra cui ricami e disegni)
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Museo MADRE, Napoli
Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, Torino
Museo del Novecento, Milano
Museion, Bolzano
Collezione Maramotti, Reggio Emilia
Fondazione Prada, Milano
Fondazione Alighiero Boetti, Roma (non museo ma archivio ufficiale)
Europa:
Centre Pompidou, Parigi
(importante collezione di mappe, ricami e opere concettuali)
Tate Modern, Londra
Stedelijk Museum, Amsterdam
Kunstmuseum Basel, Basilea
Museum Ludwig, Colonia
mumok, Vienna
Musée d’art moderne de la Ville de Paris, Parigi
Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, Berlino
Museo Reina Sofía, Madrid
Fondation Louis Vuitton, Parigi
Fondazione Pinault – Palazzo Grassi, Venezia
Stati Uniti:
Museum of Modern Art (MoMA), New York
(opere dalla serie Mappa, Aerei, ricami e disegni)
Solomon R. Guggenheim Museum, New York
The Metropolitan Museum of Art, New York
Walker Art Center, Minneapolis
Art Institute of Chicago, Chicago
Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington D.C.
San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA)
The Broad, Los Angeles
Altri paesi:
Qatar Museums, Doha
National Gallery of Canada, Ottawa
National Gallery of Victoria, Melbourne
Sharjah Art Foundation, Emirati Arabi Uniti
Tel Aviv Museum of Art, Israele
Mostre personali e collettive
Game PlanMuseo Reina Sofía, Madrid (2011)
Tate Modern, Londra (2012)
MoMA, New York (2012)
Grande retrospettiva internazionale curata da Lynne Cooke e Christian Rattemeyer, considerata la mostra più completa dedicata all’artista.
Fondazione Prada, Milano (2019)
Esposizione monografica che ha esplorato le connessioni tra arte, geografia e globalizzazione.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (1998)
Prima grande retrospettiva italiana dopo la sua morte.
– Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino (1997)
Mostra storica che ha contribuito a consolidare la sua fama internazionale.
Arte Povera e oltre
Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (1967)
Mostra storica che ha segnato l’affermazione del movimento Arte Povera.
Documenta 5
Kassel, Germania (1972)
Boetti ha partecipato a questa prestigiosa esposizione internazionale.
Biennale di Venezia
Edizioni 1972, 1978, 1990, 1993
Partecipazioni regolari e significative alla più importante esposizione internazionale d’arte contemporanea.
Italian Art, 1900–1980
Museum of Modern Art (MoMA), New York (1980)
Mostra di riferimento sull’arte italiana del XX secolo.
The Global ContemporaryMostra sul concetto di globalizzazione nell’arte contemporanea.
La Galleria Antonio Damiani è lieta di dedicare spazio e attenzione all’opera di Alighiero Boetti, artista che ha saputo intrecciare concettualismo, poesia e geografie del mondo in un dialogo unico e innovativo. Con il suo linguaggio fatto di tessiture, mappe e sistemi, Boetti continua a ispirare nuove generazioni, confermando l’arte come strumento di riflessione e connessione globale.