Collezione: Fernande Arman
"Introduzione a Fernandez Arman"
Arman, pseudonimo di Fernandez Arman, è stato uno dei protagonisti della scena artistica del secondo dopoguerra, noto per le sue “accumulazioni” e opere basate sulla serialità, la distruzione e l’oggetto quotidiano. Pioniere del Nouveau Réalisme, Arman ha rivoluzionato il concetto di scultura e assemblaggio, elevando strumenti, violini, orologi e oggetti comuni a icone della modernità consumistica. Le sue opere sono presenti nei principali musei d’arte contemporanea del mondo e rappresentano una tappa fondamentale nella rilettura critica della società dei consumi.

Opere
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Apocalypse de Pierre Henry
Produttore:Fernandez ArmanScopri l'opera
Biografia Fernandez Arman
Fernandez Arman, noto semplicemente come Arman, nasce a Nizza nel 1928 da padre antiquario e madre di origini spagnole. Dopo gli studi all’École des Arts Décoratifs di Nizza e all’École du Louvre di Parigi, inizia a sviluppare un linguaggio artistico incentrato sull’oggetto come forma espressiva. Nei primi anni Cinquanta si avvicina all’astrazione gestuale, ma è solo dal 1959, con la serie delle “Cachets” e “Allures d’objets”, che Arman inizia a imporsi come innovatore radicale.
Nel 1960, insieme a Yves Klein, Pierre Restany e altri artisti, firma il manifesto del Nouveau Réalisme, movimento che propone una nuova presa di coscienza del reale e un approccio critico alla società contemporanea. È in questo contesto che Arman sviluppa le sue celebri Accumulations, composizioni ripetute e stratificate di oggetti identici (rasoi, orologi, strumenti musicali, scarpe), presentati in teche trasparenti o resinati. L’oggetto industriale, privato della sua funzione, diventa simbolo dell’eccesso e del desiderio.
Parallelamente, Arman introduce il concetto di Colères e Coupes, opere ottenute distruggendo o sezionando oggetti (violini, mobili, automobili), sottolineando il paradosso tra creazione e distruzione. Questa estetica dell’abbondanza e della frantumazione è profondamente legata alla critica del consumismo, ma anche a una visione archeologica della civiltà materiale.
Negli anni ’60 si trasferisce stabilmente a New York, dove consolida una fama internazionale. Partecipa a mostre nei più importanti musei del mondo, tra cui MoMA, Centre Pompidou, Tate Modern, e rappresenta la Francia alla Biennale di Venezia nel 1968. Il suo lavoro evolve incorporando nuovi materiali come plastica, resina e oggetti tecnologici.
Arman ha realizzato anche numerose opere monumentali per spazi pubblici, tra cui la scultura “Long Term Parking” vicino a Parigi e installazioni a New York, Berlino, Marsiglia. La sua produzione è vasta, e comprende anche pittura, serigrafia e design.
Muore a New York nel 2005, lasciando un’eredità decisiva nel panorama dell’arte contemporanea. La sua opera continua a essere studiata, esposta e collezionata a livello internazionale.
Contenuto comprimibile
Fernandez Arman nei musei del mondo
Museum of Modern Art (MoMA), New York
Centre Pompidou, Parigi
Tate Modern, Londra
Guggenheim Museum, New York
Hirshhorn Museum, Washington D.C.
Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, Torino
Stedelijk Museum, Amsterdam
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris
National Gallery of Art, Washington
Kunsthaus Zürich
Arman Foundation, Ginevra
Marlborough Gallery, New York/Londra
Fondation Maeght, Saint-Paul-de-Vence
Fonds national d'art contemporain (FNAC), Parigi
Sammlung Würth, Germania
Mostre personali e collettive
1964 – Stedelijk Museum, Amsterdam
1969 – Walker Art Center, Minneapolis
1973 – Musée d’Art Moderne, Parigi
1982 – Museo d’Arte Contemporanea, Caracas
1991 – Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
2001 – Tel Aviv Museum of Art
1960 – “New Realists”, Sidney Janis Gallery, New York
1964 – Documenta III, Kassel
1968 – Biennale di Venezia
1977 – Centre Pompidou, Parigi (inaugurazione)
1985 – “Art and Objecthood”, MoMA, New York
1999 – “Nouveau Réalisme”, Museo Reina Sofía, Madrid
Alla Galleria Antonio Damiani celebriamo il lavoro di Arman come atto di riflessione sul nostro rapporto con gli oggetti e sul tempo in cui viviamo. Le sue “accumulazioni” ci restituiscono una visione lucida e potente della contemporaneità, trasformando il quotidiano in memoria plastica. Presentare Arman significa affermare una linea curatoriale attenta ai protagonisti del Novecento e alla loro capacità di anticipare il nostro presente.